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Palazzo Ducale a Venezia, un viaggio tra storia e architettura

Il Palazzo Ducale è un sogno di pietra, un luogo dove la storia e la bellezza si fondono in un’armonia perfetta.
Henry James
Il Palazzo Ducale a Venezia è uno dei simboli più affascinanti della Serenissima, un capolavoro architettonico che racchiude secoli di storia e arte.
Situato in Piazza San Marco, questo magnifico edificio è stato per secoli il fulcro del potere politico veneziano e oggi continua a incantare i visitatori con la sua maestosità.
Accogliendo chi arriva dall’acqua, il Palazzo Ducale si erge come un castello di pizzi e ricami, un gioiello rappresentativo che scandisce il ritmo delle meraviglie artistiche nel cuore pulsante della città.
Storia del Palazzo Ducale a Venezia, simbolo del potere
Costruito nel IX secolo e ricostruito più volte, è stato la residenza del Doge e il cuore amministrativo della Repubblica di Venezia.
Questo edificio ha visto passare secoli di storia, dai fastosi giorni della Serenissima alla sua caduta il giorno in cui l’ultimo Doge abdicò. Oggi riceve migliaia di visitatori e, sia da mare che da terra, incanta per la sua inverosimile bellezza. Si direbbe un intarsio architettonico fatto di stili che si rincorrono e si fondono in un risultato perfetto ed originale. Unico e irripetibile.
Ogni pietra del palazzo racconta storie di intrighi politici, battaglie e decisioni che hanno plasmato il destino di Venezia.
Nel 1355, il Doge Marin Faliero fu coinvolto in una congiura per instaurare una sorta di dittatura personale. Scoperto, fu arrestato e giustiziato nel Palazzo Ducale. Questo episodio è emblematico del rigore con cui la Serenissima Repubblica di Venezia difendeva la propria struttura di governo.
Uno degli eventi più drammatici nella storia del Palazzo Ducale fu l’incendio del 1577, che distrusse gran parte dell’edificio, inclusi molti capolavori artistici. La ricostruzione fu rapida e coinvolse artisti come Veronese e Tintoretto, che contribuirono a ripristinare la magnificenza del palazzo.
Nel 1797, con l’arrivo delle truppe napoleoniche, la Repubblica di Venezia cessò di esistere.

Dettaglio della loggia del Palazzo Ducale alla luce del tramonto
Il Palazzo Ducale, simbolo del potere politico veneziano, fu trasformato in sede amministrativa e successivamente in museo pubblico, permettendo al mondo di ammirare la sua bellezza e conoscerne la storia.
Si tratta di un testimone silenzioso ma eloquente della gloriosa e complessa storia di Venezia.
Architettura del Palazzo Ducale
L’architettura del Palazzo Ducale è un esempio sublime di gotico veneziano, con influenze bizantine e orientali. La facciata, con i suoi archi e merlature, è un capolavoro di eleganza e raffinatezza.
L’ingresso principale del Palazzo Ducale, situato tra il palazzo e la Basilica di San Marco, è la Porta della Carta. Costruita nel XV secolo da Giovanni e Bartolomeo Bon, è un esempio magnifico di architettura gotica fiorita. La porta è decorata con intricate sculture e rilievi, tra cui il Leone di San Marco e una statua del Doge Francesco Foscari inginocchiato davanti al leone che rappresenta la Serenissima. Il nome “della Carta” deriva dal fatto che vi venivano esposti i decreti emanati dalla Repubblica di Venezia in forma cartacea. Giustizia, Carità, Sapienza e Fortezza sono le statue che rappresentano i valori ai quali si ispirava Venezia.
Collocato all’angolo sud-ovest della Basilica di San Marco, vicino al Palazzo Ducale, si trova il Monumento dei Tetrarchi. Il gruppo scultoreo in porfido rosso era in origine a Costantinopoli e giunse a Venezia in seguito alla conquista della città nel 1204 nel contesto della quarta crociata che distrusse la capitale bizantina. Risale al periodo tra il 293 e il 303 d.C. e le figure dei tetrarchi sono raffigurate in un abbraccio simbolico, rappresentando l’unità e la coesione dell’Impero Romano sotto il sistema di governo di Diocleziano.
Il Palazzo Ducale non era solo la residenza del Doge, ma anche il centro del potere politico e amministrativo della Serenissima Repubblica di Venezia: lo sviluppo delle sue sale testimonia la complessità del sistema di governo veneziano.

Monumento in porfido ai 4 Tetrarchi simboleggia l'unione e l'uguaglianza dell'Impero Romano sotto Diocleziano.
Tra le sale principali, e per nominarne solo alcune, la Sala del Maggior Consiglio: la più imponente del palazzo, lunga oltre 53 metri e larga più di 25, poteva ospitare fino a 1.500 patrizi veneziani, gli allora aventi diritto di voto. Qui si svolgevano le cerimonie ufficiali, avvenivano le riunioni plenarie del Maggior Consiglio per prendere decisioni cruciali che portavano alla promulgazioni di nuove leggi.
La sala è famosa per il dipinto “Il Paradiso” di Tintoretto, una delle tele più grandi del mondo, che rappresenta una visione celestiale con una moltitudine di figure angeliche e ieratiche.
La Sala del Senato era il luogo dove si riuniva il Senato della Repubblica, composto dai membri più influenti della nobiltà veneziana. Qui venivano discusse e decise le politiche estere e le questioni più delicate dello Stato. La sala è decorata con affreschi e dipinti che celebrano la gloria e la potenza di Venezia.
La Sala dello Scrutinio era dedicata alle operazioni elettorali, inclusa l’elezione del Doge. Qui, il sistema delle ballotte e del ballottaggio era utilizzato per garantire un processo elettorale equo e trasparente. Le ballotte, piccole sfere utilizzate per votare, venivano inserite in urne apposite, e il ballottaggio avveniva quando nessun candidato otteneva la maggioranza assoluta, richiedendo così un secondo turno di votazioni.
La tradizione veneziana ha lasciato un’importante eredità nella lingua italiana e nelle procedure attuali di votazione!
La Sala del Consiglio dei Dieci era il luogo dove si riuniva uno degli organi più temuti della Repubblica, incaricato di mantenere la sicurezza dello Stato e di indagare su complotti e tradimenti.
All’interno, le sale sono decorate con opere di grandi artisti come il Veronese, che hanno contribuito a rendere il palazzo uno scrigno di arte e cultura.
La struttura del Palazzo è caratterizzata da una combinazione di elementi architettonici che riflettono le diverse epoche della sua costruzione. Le logge e i portici, con le loro colonne e capitelli finemente scolpiti, conferiscono un’incredibile leggerezza alla base dell’edificio, mentre la mole architettonica si intensifica salendo verso l’alto.
Ogni dettaglio racconta una storia di potere, arte e cultura, rendendolo un ‘libro’ ancora tutto da leggere e interpretare, un simbolo eterno della grandezza della Serenissima Repubblica di Venezia.

Spaccato prospettico delle Prigioni del Palazzo Ducale di Venezia
Il Palazzo Ducale è il più bel palazzo del mondo, il più nobile esempio di architettura gotica, un edificio che rappresenta la potenza e la gloria della Repubblica di Venezia.
(John Ruskin)
Le due colonne in marmo rosso
Sono parte del loggiato superiore che si affaccia sulla Piazzetta di San Marco, le due colonne in marmo rosso di Verona che si distinguono nettamente dalle altre, tutte bianche, creando un contrasto visivo che attira l’attenzione.
Sono anch’esse un simbolo forte del potere ducale. Il Doge si affacciava proprio tra queste due colonne per presenziare alle cerimonie e pronunciare le sentenze di morte.
Le due colonne in marmo rosso non sono solo due elementi architettonici, ma sentinelle silenziose metaforicamente macchiate dal sangue dei condannati. Monolitiche testimoni di un ricco e intricato passato che spesso sfocia nella leggenda.
Secondo una teoria più attendibile le colonne segnavano il punto di partenza di una scala che scendeva in piazza, prima dei lavori di restauro eseguiti dall’architetto Filippo Calendario nel XIV secolo.
Con un po’ di fantasia possiamo immaginarci il Doge prendervi posto durante le cerimonie ufficiali o per annunciare decisioni rilevanti per la Repubblica.


Alla base del Palazzo Ducale si trova un magnifico colonnato, caratterizzato da logge e portici con colonne e capitelli finemente scolpiti.
I capitelli sono un vero e proprio libro di pietra, un’opera d’arte a sé stante, con dettagli didascalici che invitano i visitatori ad intraprendere un percorso di scoperta.
Senza soluzione di continuità fino alla facciata sulla laguna, si sviluppa un apparato decorativo che ‘narra’ di filosofia, fauna, mestieri, vizi e virtù.
La colonna che fa angolo con la Porta della Carta sorregge le statue dell’Arcangelo Gabriele e del Giudizio di Salomone, e il suo capitello è dedicato alla giustizia e ai legislatori.
All’angolo tra la Piazzetta e il Molo, la colonna con il simulacro dell’Arcangelo Michele e il gruppo di Adamo ed Eva presenta un capitello sul tema della creazione dell’uomo e dei pianeti.
Da qui si continua a ‘leggere’ il racconto attraverso la pietra: all’angolo con il Rio di Palazzo è raffigurato l’episodio biblico dell’Ebbrezza di Noè, episodio che sottolinea la fragilità umana e vuole essere un invito all’umiltà e al perdono.
Visitare il Palazzo Ducale, punti d’interesse
Visitare il Palazzo Ducale è un’esperienza imperdibile per chiunque si rechi a Venezia. Ogni angolo del palazzo offre una scoperta, un dettaglio architettonico o un’opera d’arte che racconta la grandezza di Venezia.
Tra i punti di interesse ci limiteremo a citare La Scala dei Giganti, in cima alla quale primeggiano le statue di Marte e Nettuno, e che era il luogo dove avveniva l’incoronazione del Doge.
Il Ponte dei Sospiri che collega le prigioni del Palazzo Ducale agli uffici degli Inquisitori di Stato e alla sala delle torture. I prigionieri attraversavano il ponte per essere interrogati e, spesso, per non tornare mai più. I “sospiri” erano quelli dei prigionieri che vedevano per l’ultima volta la luce del giorno e la laguna di Venezia prima di essere rinchiusi. Il nome “Ponte dei Sospiri” fu coniato da Lord Byron, ma evidentemente non per motivi romantici.
I “Piombi” sono il più famoso sistema di prigionia della Repubblica di Venezia e devono il loro nome alla loro posizione: si trovavano esattamente sotto il cielo a spiovente coperti da piastre di piombo. D’estate le celle erano caldissime, mentre d’inverno erano gelide. Erano le camere di sicurezza in cui veniva reclusa l’aristocrazia veneziana in attesa di giudizio. Sebbene fossero a prova di evasione, un prigioniero particolare fu in grado di scappare. Il suo nome?
Giacomo Casanova!, e correva l’anno 1756.
Egli raccontò la sua rocambolesca fuga nel libro “Storia della mia fuga dai Piombi” dove narra che abbia voluto consumare un ultimo caffè al Florian prima di intraprendere il suo viaggio di fuga verso Parigi.
Casanova e Caffè Florian: due esempi di fascino irresistibile e intramontabile.

La fuga di Casanova dai Piombi. Il Ponte dei Sospiri sullo sfondo collega il Palazzo Ducale agli uffici degli Inquisitori di Stato