- Lifestyle
Vaporetto a Venezia: il simbolo del trasporto lagunare

Un viaggio nella storia del vaporetto
Il termine “vaporetto” deriva dal diminutivo di “vapore”, che proviene dal latino “vapor”. Inizialmente, indicava un piccolo piroscafo per servizi pubblici tra isole. Con il tempo, il nome è rimasto invariato anche quando i motori a vapore sono stati sostituiti da quelli a combustione interna.
L’idea di introdurre i vaporetti a Venezia venne ad Alessandro Finella, un imprenditore piemontese che si trasferì a Venezia e nel 1879 ottenne una licenza per gestire un servizio di battelli simile a quello parigino dei bateaux mouches: fondò la “Compagnie Omnibus de Venise” nel 1880.
L’arrivo dei vaporetti francesi suscitò perplessità e azioni di contrasto, tuttavia, i vaporetti divennero presto un elemento fondamentale del trasporto pubblico veneziano, migliorando la mobilità urbana e influenzando positivamente la vita quotidiana dei residenti.

Il vaporetto ha rappresentato una grande rivoluzione nella mobilità a Venezia. Per attraversare il Canal Grande bisognava usare le gondole che permettevano di essere traghettati da un lato all'altro in quei punti non serviti da ponti (photo Carlo Naya (1816 - 1882)
Come funziona il vaporetto oggi
I vaporetti non sono solo un mezzo di trasporto, ma anche un’esperienza unica per ammirare la bellezza di Venezia da una prospettiva diversa, navigando tra i suoi canali storici e i suoi palazzi affascinanti.
L’ACTV, (Azienda del Consorzio Trasporti Veneziano), che gestisce il trasporto pubblico, opera diverse linee di vaporetti che collegano i principali punti della città e le isole della laguna. Ogni linea ha un numero e un colore specifici, in modo da rendere facile per i passeggeri orientarsi e scegliere il percorso corretto.
Le fermate dei vaporetti, conosciute come ‘imbarcadèri’, sono distribuite lungo il Canal Grande e le isole, e sono ben segnalate con lettere (A, B, C, ecc.) per indicare le diverse direzioni. Le mappe delle linee sono disponibili presso gli approdi e anche online. Dovrebbero aiutare a pianificare i percorsi senza stress.
Basta un’occhiata alla mappa e sei pronto per partire!

Approdo si dice "imbarcadero" in veneziano. Alcune linee sono coperte da mezzi più maneggevoli per percorrere canali più stretti. Linea 4.2 all'imbarcadero Riva di Biasio
Negli ultimi anni l’ACTV ha introdotto nuove unità progettate per generare un minor spostamento d’acqua e ridurre il moto ondoso che danneggia le fondamenta della città.
A partire dal 2027, Venezia vedrà una significativa trasformazione nella sua flotta di vaporetti: mezzi ibridi per rendere la mobilità veneziana più sostenibile e impattante, la navigazione più silenziosa, confortevole e rispettosa dell’ambiente.
Preservare la bellezza e la fragilità di Venezia, rendendola vivibile e al passo con i tempi, è la sfida che da sempre impegna chi ama questa città.

L’ACTV, (Azienda del Consorzio Trasporti Veneziano che gestisce il trasporto pubblico veneziano), opera diverse linee di vaporetti che collegano i principali punti della città e le isole della laguna.
Curiosità uniche sul vaporetto veneziano
Simbolo della mobilità veneziana, i vaporetti moderni sono alimentati da motori diesel pur avendo conservato un nome che fa riferimento alle prime macchine a vapore.
Lunghi circa 24 metri e larghi circa 4, possono trasportare fino a 210 passeggeri.
Il primo vaporetto nella laguna di Venezia fu il “Regina Margherita” nel 1881, così battezzato in onore della consorte del re Umberto I. La Regina Margherita, durante una visita a Venezia, accolse positivamente questa nuova modalità di trasporto pubblico, segnando un momento storico per la città.
Il “Regina Margherita” fu il primo vaporetto ad attraversare il Canal Grande: un’impresa significativa poiché fino a quel momento poteva essere attraversato solo con il servizio di traghetto effettuato dalle gondole.
La novità fu accolta con reazioni non sempre positive: gondolieri e i barcaioli protestarono e scioperarono, ma alla fine si trovò un compromesso che permise la coesistenza dei due mezzi di trasporto. I gondolieri continuarono a offrire un’esperienza unica e romantica ai turisti, eredi di quel ruolo di “gondoliere di casada”, cioè ad uso esclusivo di famiglie private, mentre i vaporetti divennero il principale mezzo di trasporto pubblico.


Consigli per un viaggio perfetto in vaporetto
Navigare tra i canali di Venezia a bordo di un vaporetto è un’esperienza unica e affascinante. Ecco alcuni consigli per rendere il tuo viaggio ancora più piacevole:
Pianifica il tuo percorso
Prima di salire a bordo, consulta le mappe delle linee dei vaporetti disponibili presso gli imbarcadèri o online. Ogni linea ha un numero e un colore specifici, quindi assicurati di scegliere quella giusta per la tua destinazione. Ricorda che alcune linee, come la 4.1 e la 4.2, hanno percorsi specifici.
Acquista i biglietti in anticipo
Per evitare code e stress, acquista i biglietti in anticipo presso le biglietterie automatiche, online o tramite l’app ufficiale dell’ACTV. Esistono diverse opzioni di biglietti, dai singoli agli abbonamenti giornalieri e settimanali, che offrono viaggi illimitati per un periodo specificato.
Convalida il biglietto
Non dimenticare di convalidare il biglietto prima di salire a bordo. Troverai le macchine per la convalida presso ogni imbarcadèro. Questo passaggio è essenziale per evitare multe e garantire un viaggio senza intoppi.
Evita le ore di punta
I vaporetti possono essere molto affollati durante le ore di punta, soprattutto in estate. Se possibile, pianifica il tuo viaggio al di fuori di questi orari per goderti una navigazione più tranquilla e meno affollata.
Scegli il posto giusto
Se vuoi goderti il panorama, cerca di sederti all’aperto, nella parte anteriore o posteriore del vaporetto. Questi posti offrono le migliori viste sui canali e sui palazzi storici di Venezia.
Se porti uno zaino tienilo in braccio piuttosto che sulla schiena per evitare di occupare troppo spazio e per maggiore sicurezza. Questo è particolarmente importante durante le ore di punta.
Salire, montare, imbarcarsi su un vaporetto richiede il rispetto di alcune regole di buon senso che vengono date per scontate dai residenti e non vengono colte subito dai visitatori: quando un vaporetto attracca, bisogna prima permettere ai viaggiatori di scendere dal vaporetto. Solo dopo aver smaltito la fila di persone che scendono è possibile montare sul mezzo di trasporto.
Leggende e racconti sul vaporetto, storie affascinanti della Laguna
I vaporetti di Venezia non sono solo un mezzo di trasporto, ma anche protagonisti di storie affascinanti e leggende che si intrecciano con la storia della Laguna.
I primi vaporetti veneziani, noti come “bateaux omnibus” in Francia, furono costruiti nei cantieri navali di Nantes e intrapresero un lungo viaggio per arrivare a Venezia: alcuni navigarono lungo la costa atlantica, attraversarono lo stretto di Gibilterra e circumnavigarono l’Italia, mentre altri seguirono vie fluviali attraverso la Francia.
Un viaggio incredibile prima di arrivare in laguna!
Ogni imbarcazione ha una storia, e quelle che si sono perse nella laguna diventano leggende.
C’è chi dice che, nelle notti di nebbia, si possano ancora vedere luci lontane sull’acqua, come se alcuni di quei vaporetti volessero continuare il loro viaggio interrotto.
Realtà o suggestione?
La leggenda del vaporetto “Pellestrina” diretto a Murano, racconta di una tragica notte del 29 novembre 1904, quando il comandante Francesco Quintavalle, a causa della fitta nebbia, invertì la rotta e colpì dietro di se una gondola piena di traghettanti verso l’isola, causando la morte di cinque donne. Dieci mesi dopo, il corpo della piccola Teresa Sandon fu ritrovato grazie a un sogno premonitore della sorella. Si dice che il suo spirito riposi in una piccola bara galleggiante, visibile nelle notti di nebbia.
A Venezia, i confini tra storia e mito si dissolvono tra le onde, ma la cronaca recente si base su fatti tristemente noti: il 12 novembre 2019 l’acqua alta eccezionale, una delle più devastanti degli ultimi decenni, sommerse calli e piazze, trasformando la città in un mare in tempesta. In quel caos, un vaporetto ormeggiato non riuscì a resistere alla forza delle onde. Lentamente, imbarcò acqua fino ad affondare sotto la furia degli elementi.
Questo vaporetto affondato dalla forza della natura è il simbolo della fragilità di Venezia e del suo eterno confronto con il mare.